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Pelle, studio sul pube nudo
spettacolo di teatro danza e teatro di figura
regia di Alessandra Fumai
Da un lavoro di ricerca condotto dall’autrice insieme ad un gruppo di donne che porterà ad una tesi di laurea in antropologia, nasce “Il Pube nudo” una riflessione teorica intorno ai condizionamenti fisici e psicologici che le mode estetiche creano sui corpi femminili.
Lo spettacolo si ispira alla tesi di ricerca in antropologia culturale condotta dalla stessa regista, dal titolo “Il pube nudo. Bellezza, genere e soggettività”: l’indagine effettuata attraverso interviste e incontri si è rivolta all’ambito delle tecniche del corpo che sottendono la creazione del genere
femminile e la creazione del “corpo adeguato” secondo gli attuali standard economico-sociali ed estetici.
“Il pube nudo” esprime la volontà di dare vita e corpo alle testimonianze delle donne coinvolte nella ricerca, indagando le conseguenze fisiche, emotive e psicologiche di alcune diffuse pratiche estetiche. La danza, unita alla riflessione teorica, costituisce un’occasione di indagine auto riflessiva per le stesse interpreti che mettono in scena un vocabolario poliedrico che spazia dal teatro alla video danza. L’immaginario viene messo a nudo e provocato nel suo ruolo produttivo dando voce alla violenza di genere, sia esse materiale o simbolica, e ai suoi meccanismi di riproduzione culturale. La pelle diventa in scena un “materiale” poliedrico: luogo di incontro con l’altro, limite, superficie su cui si esprime l’identità, simbolo profondo del sé, involucro sottile che protegge e connette. Le danzatrici esploreranno le implicazioni teoriche e fisiche di tali questioni, portandole nel corpo attraverso un linguaggio poetico e crudo che suggerisce senza spiegare, affidandosi ad una narrazione fiabesca ed evocativa.
leggi la recensione dello spettacolo andato in scena al piccolo teatro comico di Torino il 25 novembre 2022
Credits
Ideazione e regia: Alessandra Fumai
Creazione: Alessandra Fumai, Lara Barzon, Beatrice Biondi, Florencia Ramon
Interpreti: Cristina Da Ponte, Martina Auddino, Alessandra Fumai
produzione: Associazione Terra Galleggiante (https://www.teatrodellavoro.it/page-10/index.html?q=Cifra+#)
Progetto video: Florencia Ramon e Ignacio Herrera
Registrazione audio: Massimiliano Semenzato, Marco Gagliardi, Alessandra Fumai (voce)
maschere e animazione: Damiano primiera
sartoria: alessandro canzone
Sostegno alla creazione in residenza: Teatro del Lavoro, Pinerolo; Spazio Liquido, Torino; Ex frantoio Tivittori (Serra de’ Conti- Ancona); Circo Zoè, Cuneo
prima fase di creazione_dal testo al corpo
https://vimeo.com/450717650
Questo spettacolo di teatro danza contemporaneo nasce nel 2020 a partire dalla ricerca antropologica della regista, effettuata su alcune pratiche estetiche che forgiano il genere femminile a partire dal corpo. Da quel momento il lavoro ha attraversato diverse tappe, come dimostra la metamorfosi del titolo e della messa in scena: di volta in volta ha dialogato attivamente con le diverse interpreti e con gli spazi scenici a disposizione.
Questo progetto matura attraverso residenze di ricerca a partire dal 2020 e integra l’indagine antropologica, effettuata sul campo mediante interviste e incontri con gruppi di donne, con la ricerca performativa delle interpreti, ed esplora le tecniche del corpo che sottendono alla creazione del genere femminile e alla costruzione del “corpo adeguato”, secondo gli attuali standard economico-sociali ed estetici.
“Pelle” esprime la volontà di dare vita e corpo alle testimonianze delle donne coinvolte nella ricerca, indagando attraverso il linguaggio artistico, alcune ricadute fisiche, emotive e psicologiche della cultura di genere nel mondo occidentale.
seconda fase di creazione_ la messa in scena in differenti
contesti, il circo contemporaneo, il
teatro e il palco nel bosco
https://vimeo.com/703714987
L’autrice pone l’accento su quello che chiama “cannibalismo del corpo femminile”, legato alle pratiche di consumo che oggettificano e reificano i corpi in un’ottica che promuove il valore d’uso degli stessi e non ne valorizza la traiettoria esistenziale: utilizzando la voce, i silenzi, la danza e il racconto, le tre donne in scena riportano con un linguaggio evocativo, i risvolti intimi e talvolta comici di questa condizione. La danza, unita alla riflessione teorica, costituisce un’occasione di indagine auto riflessiva per le stesse interpreti che mettono in scena un vocabolario poliedrico.
L’immaginario viene messo a nudo e provocato nel suo ruolo produttivo dando voce alla violenza di genere, sia esse materiale o simbolica, e ai suoi meccanismi di riproduzione culturale. La pelle diventa in scena un “materiale” polivocale: luogo di incontro con l’altro, limite, superficie su cui si esprime l’identità, simbolo profondo del sé, involucro sottile che protegge e connette. Le danzatrici esplorano le implicazioni teoriche e fisiche di tali questioni, portandole nel corpo attraverso un linguaggio poetico e crudo che suggerisce senza spiegare, affidandosi ad una narrazione fiabesca ed evocativa.
terza fase di creazione_incontro con il teatro di figura
contemporaneo, seconda pelle in essenza
simbolica
La donna-feticcio entra così in scena, portando con sé immaginari e desideri, come una muta presenza carica di tensione: la performance apre lo sguardo a diversi piani di lettura sostenuti dalla creazione di maschere corporee, seconde pelli, che le danzatrici indossano e interrogano nella loro forza simbolica. Lo spettacolo si avvale di apporti artistici di natura differente, dalla danza, al canto, al teatro e i materiali presenti sono usati ora come maschere, ora come abiti o presenza cariche di senso.
Attraverso l’incontro con il teatro di figura contemporaneo e il Teatro del Lavoro, diretto da Damiano Privitera, lo spettacolo prende la sua forma attuale: una messa in scena che cerca l’essenza simbolica del movimento e conduce alla molteplicità di sguardi, un viaggio-racconto che evoca molteplici donne e le loro rappresentazioni, i loro desideri, attraverso infinite mutazioni che conducono al rito e al ritorno a sé.
“Pelle” vuole essere un lavoro in continua evoluzione e in dialogo fluido e creativo tra i diversi generi artistici che lo compongono (video danza, danza teatro, voce e teatro di figura).